Intellegis Me(la) (2022)
Nel lavoro Intellegis Me, Mela Wayfinder indaga sul rapporto con il corpo e con i suoi organi più nascosti che a volte si esprimono chiedendo attenzione e mostrandoci zone di disagio, angoli di potenzialità, bisogni e sogni forse dimenticati.
Il lavoro si sviluppa intorno alla tiroide, una delicata ghiandola a farfalla che ha il potere di procurarci feroci sbalzi d’umore, improvvisi attacchi di panico, momenti di rabbia o di grande stanchezza, incomprensibili crescite o cali di peso. In un periodo in cui ancora non si conosceva approfonditamente il ruolo di questa ghiandola nel sistema endocrino le donne che soffrivano di disturbi tiroidei finivano spesso ricoverate nei manicomi con diagnosi psichiatriche.
Mela Wayfinder ci presenta la tiroide come una impalpabile farfalla eseguita con tecnica dripping su plexiglass, dove emergono schizzi dorati a simboleggiare la preziosità di quest’organo. Indispensabile, ma al tempo stesso quasi trasparente, proprio come il supporto che l’artista ha scelto per raffigurarla.
Si tratta di un’opera d’arte partecipativa che invita il pubblico a interagire con l’immagine ponendosi come interlocutori di un intimo rapporto con la propria tiroide.
Spesso non ricordiamo di avere alcuni organi finché questi non iniziano a lavorare in modo diverso e quindi a crearci disagi. Così è per la delicata, ma importantissima ghiandola che proteggiamo nel collo. Con questo lavoro Mela ci invita a porci di fronte all’immagine della tiroide posizionandola proprio all’altezza del collo in una sorta di lastra che mostra ciò che altrimenti resterebbe invisibile.
Un’opera che mette in mostra ciò che vive dentro raccontandolo nella sua forma fisica, ma anche nel suo lato più poetico. Ogni organo è infatti simbolo e portatore di desideri, storie, traumi, riconoscimenti… Questo ci porta a riflettere sull’importanza di ciò che vive in noi e che spesso ignoriamo, sia questo un elemento materiale, un’emozione o un pensiero…
È un invito a passare dal semplice sentire, esperibile attraverso i sensi, all’intelligere, il comprendere profondamente, entrando in relazione con le nostre parti nascoste, quelle che conosciamo meno, stabilendo con esse un dialogo fatto principalmente di ascolto per permettere a queste parti di cambiarci. Titolo dell’opera è appunto Intellegis Me, un esplicito richiamo a un risveglio interiore al quale un imprevisto disagio può portarci. Ciò che viene considerato malattia può essere visto ed accolto come stimolo a una trasformazione, come impellenza ad osservare alcuni aspetti della nostra personalità che ci stanno chiedendo di essere presi in considerazione. La mal-attia diventa allora ben-attia.
Dafne Crocella per ArtPlatform
L’infinito non esiste (2022)
L’opera invita il pubblico ad interagire con la struttura cambiando l’ordine delle lastre che rappresentano i piani concettuali dell’approccio umano all’idea dell’Infinito. Le otto (∞) lastre rappresentano: le stelle, gli spiriti, gli angeli, Dio, la Verità, i sogni, le intuizioni, il pensiero. La scatola è dunque il tentativo mentale di contenere concetti che vanno oltre le possibilità razionali e che ognuno organizza in base al personale approccio all’esperienza del sapere. Le due estremità della scatola sono aperte per permettere di trovare lo sguardo dell’altro attraverso l’Infinito.
Dafne Crocella per ArtPlatform
Play with ME (2018)
L’opera è costituita da quattro cubi che vanno a formare una immagine composta. Il fruitore può cambiare faccia ad ogni cubo creando così una versione personale dell’opera. Le immagini riproducono due persone nell’atto di avvicinarsi per andare a baciarsi. Si coglie così il bacio e l’attesa del bacio, quel momento prima del contatto che è intriso di sentimenti comuni a tutti. I personaggi raffigurati sono caratterizzati da particolarità fisiche più o meno immaginarie. Il tema è chiaramente quello della disabilità e del disagio mentale mettendo in evidenza la preziosità delle differenze e il pregio del comune sentire: l’amore.
Memento (2023)
Sepolcri Imbiancati è un progetto artistico in fieri, all’interno del quale sono al momento presenti l’azione partecipativa “175” e il quadro “MEmento”.
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” Mt 23,27-32.
Questa frase, nel progetto Sepolcri Imbiancati, è stata stimolo per Mela Wayfinder per collegarsi all’esperienza di Julian Assange e alla sua condanna per aver osato mostrare il putridume nascosto dall’imbiancata perfezione di un imperialismo moralizzatore che si arroga il diritto di vita e di morte su le economie di altri territori.
Dafne Crocella per ArtPlatform
Ma tutto di Me(la) è un mistero
Dopo lunghi studi sul territorio, incontri con i suoi abitanti e interviste, mossa da un approccio antropologico, la ricerca di Mela Wayfinder si è andata definendo intorno al valore e il senso dell’abitare, fino a creare un ritratto vivente di Chia. Ci propone il ritratto di Chia visivamente rinchiuso in un QR code. Si tratta di un chiaro riferimento al tentativo di definire, incasellare e concedere o togliere permessi, che abbiamo subito nel periodo COVID. Un QR code che dovrebbe contenere l’identità, ma che effettivamente si ferma a un insieme di dati anagrafico sanitari che poco hanno a che vedere con gli aspetti più poetici che ci identificano in quanto esseri unici. Un codice binario che tenta attraverso la logica del “si-no” di catalogare vita, scelte, desideri.
Dafne Crocella per ArtPlatform
Mela Wayfinder © Silvia D'Orazi | Tutti i diritti riservati | Design by Cali Agency